Le tre strategie per vivere più “Flow” (Esperienze Ottimali)
In un precedente articolo ho parlato del Flow, chiamato anche in italiano Esperienza Ottimale, ossia lo studio scientifico di quell’ esperienza particolarmente positiva e significativa che ci gratifica a tal punto da spingerci a replicarla nel tempo cercando quindi di ripeterla.
Tra i vari fattori che contraddistinguono tale vissuto positivo (totale coinvolgimento nella situazione, concentrazione interamente dedicata allo svolgimento del compito, senso del tempo alterato, ecc.) prenderò in considerazione uno particolarmente cruciale per “innescare” l’Esperienza Ottimale: il bilanciamento tra il grado di difficoltà dell’attività e le capacità percepite messe in gioco.
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Come è possibile vedere dal grafico che ho riportato qui sopra, all’interno della teoria dell’ Esperienza Ottimale esistono tre categorie logiche rappresentate nel grafico in differenti aree:
1) area di bilanciamento tra il grado di difficoltà dell’attività e le capacità che ci attribuiamo (rappresentato dall’area dove si trovano i punti “A” nel grafico), in questo contesto è possibile esperire l’Esperienza Ottimale;
2) area dove le capacità che percepiamo di noi stessi sono considerate superiori al livello di sfida ingaggiato (rappresentato dall’area dove si trovano i punti “B” nel grafico), questa è la situazione caratterizzata da uno stato soggettivo di noia/apatia;
3) area dove le capacità che percepiamo di noi stessi sono considerate inferiori al livello di difficoltà dell’attività (rappresentato dall’area dove si trovano i punti “C” nel grafico), questa è la situazione caratterizzata da uno stato soggettivo di ansia/preoccupazione.
Analizzando i due contesti in cui non viviamo l’Esperienza Ottimale è chiaro che esistono logicamente tre tipi di strategie atte a “riportarci” nell’area positiva delle esperienze ottimali (vedi grafico).
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Strategia 1 – situazione “B” (noia: sfide basse/capacità percepite alte): occorre aumentare il livello di difficoltà dell’attività intrapresa;
Strategia 2 – situazione “C” (ansia: sfide alte/capacità percepite basse): occorre diminuire il livello di difficoltà dell’attività intrapresa.
Strategia 3 – situazione “C” (ansia: sfide alte/capacità percepite basse): occorre aumentare le competenze percepite (anche attraverso l’incremento di “meta”capacità come l’autostima per esempio);
Queste strategie hanno dei risvolti applicativi molto pratici e concreti nella vita quotidiana.
Questo articolo è una parte della relazione che ho presentato alla conferenza relativa la “Psicologia Positiva” he si è tenuta il 24 Ottobre 2013 a Padova organizzata dall’Ordine degli Psicologi del Veneto e dal gruppo di lavoro di Psicologia Positiva dello stesso Ordine degli Psicologi.
BIBLIOGRAFIA
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Csikszentmihalyi, M.(1993). “The evolving self. A psychology for the third millennium.”; New York: Harper & Collins.
Csikszentmihalyi, M. e Rathunde K. (1993). “The Measurement of Flow in Everyday Life: Toward a Theory of Emergent Motivation.”; Nebraska Symposium on Motivation, 40. Lincoln: University of Nebraska Press.
Csikszentmihalyi, M. (1975). “Beyond Boredom and Anxiety.”; San Francisco: Jossey-Bass.
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